Martedì scorso il giornalista Marco Travaglio veniva premiato a Berlino con il premio per la libertà di stampa che viene dato ogni tre anni. Nel 2006 il premio andò ad un giornalista Serbo, nel 2003 ad uno Russo. Paesi non troppo liberi, insomma.
Scommetto che vi siete persi il lungo servizio che il TG4 ha trasmesso qualche ora dopo la premiazione, e probabilmente vi siete persi anche la trasmissione di Bruno Vespa che per l'occasione ha dedicato la puntata a questa vicenda (con i soliti plastici di Cogne e Garlasco, la solita lavagna e il fidato allungabastone). Potete però rimediare guardando il TG1, o il TG2, che di questo fatto ne avranno sicuramente parlato... e se proprio non siete amanti dei soliti telegiornali perché li trovate noiosi, potete sempre contare sul tiggì dei gggggiòòvani, oppure potrete trovare la notizia su un qualsiasi giornale nazionale.
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Per un attimo ci siete cascati eh?? Ma sto scherzando! Non vi siete persi proprio niente, semplicemente non l'hanno detto. Sono tutti troppo impegnati a cercare di convincerci che il divorzio tra Silvio e Veronica sono fatti privati, pur continuando a parlarne. Ma d'altronde non c'è di che stupirsi. Che premio per la libertà di stampa sarebbe se tutti i media ne parlassero? Un premio farlocco, dico io.
Proprio il fatto che non ne abbiano parlato deve farci riflettere. Il silenzio dei media è la prova che quel premio ha un'importanza tutt'altro che indifferente.
Mica per niente l'istituto di ricerca Freedom House, che si occupa della libertà di stampa nei paesi di tutto il mondo ha declassato l'Italia da paese "free" a "partly free", ovvero da libero a semilibero:
"Nonostante l'Europa Occidentale goda a tutt'oggi della più ampia libertà di stampa, l'Italia è stata retrocessa nella categoria dei Paesi parzialmente liberi, dal momento che la libertà di parola è stata limitata da nuove leggi, dai tribunali, dalle crescenti intimidazioni subite dai giornalisti da parte della criminalità organizzata e dei gruppi di estrema destra, e a causa dell'eccessiva concentrazione della proprietà dei media"
Badoo, Myspace, Facebook, Friendster, Duepuntozero... Insomma, non se ne può più. Siamo circondati da social network. Ed è inutile resistere: prima o poi finisci per iscriverti, pur di non ricevere più le infinite mail di tuoi presunti amici che ti invitano ogni santo giorno ad entrare nella community più in del momento.
Io, come tanti altri, sono caduto nella trappola, ma poi come al solito finisce che l'account rimane lì ad invecchiare finché non me lo scordo (questo blog ne è un esempio). Per chi invece passa le ore su Facebook&co, non mi rimane che dare un semplice ma efficace consiglio: